Trentacinque anni dopo...
È la “Contrada di Piazza” il luogo in cui l’amenità non estinta del nobile edificio cinquecentesco sembra disperare del soccorso restauratore che gli è urgente e di cui non palesa coscienza l’alacrità della Stazzona novella, negletta se non obliata – ormai – la dignità della vecchia Stazzona.
Fervono le vigne dentro l’ òpul declinante all’argine dell’Adda costretta. Nessuno sente nella gleba feconda il palpito inestinguibile di Medussa e di Pontico e di Cussa forse non lontani? Non accade che alcuno nell’ebrezza trasognante del vino sudato percepisca i clamori non spenti dell’antica caupona?
Davide Pace, 13 dicembre 1971